CENTRALITA’ DEL BAMBINO
CREAZIONE DI CONTESTI
ATTIVITA’, LABORATORI, ROUTINES
Al nido l’ambiente è predisposto per facilitare le esperienze, lo spazio è organizzato per stimolare interesse, le educatrici sono dedicate a costruire situazioni interessanti.
La programmazione educativa, l’organizzazione dei tempi e degli spazi si basa sulla centralità del bambino, considerato come soggetto attivo e competente con caratteristiche e modi propri, in alcun caso inseribile in schemi rigidi e preconfezionati.
Il metodo dell’ascolto e dell’osservazione è lo strumento pedagogico che ci guida nella conoscenza del bambino e del suo percorso al nido, dall’inserimento in poi; ci fornisce gli elementi necessari per modulare le modalità di intervento, indirizzare la programmazione, strutturare le proposte, per creare dei contesti.
Il nostro compito non è quello di insegnare o di far acquisire al bambino delle abilità o di fornirgli delle conoscenze, ma è quello di far scaturire i suoi bisogni, le sue scoperte, da situazioni aperte, dove il bambino si muove liberamente e da contesti curiosi e motivanti che stimolino le sue capacità cognitive, affettive, di relazione.
Si predispongono situazioni e materiali che portano il bambino a nuove esperienze, a provare, a sperimentare giocando e quindi a costruire le sue conoscenze (giocare=imparare).
L’organizzazione del tempo-nido offre spazi per attività de-strutturate – contesti aperti – dove il bambino fa scelte autonome, e spazi per attività programmate e laboratori – contesti chiusi, con gruppi predefiniti ed omogenei.
Il bambino ha bisogno/voglia di fare, ma solo se il suo fare si attua in un clima di sicurezza affettiva e di relazioni significative può diventare lo strumento principale del suo sviluppo e della sua crescita, emotiva, cognitiva, relazionale.
Non importa se giochiamo con farina gialla o riso soffiato, se usiamo le tempere o i colori a dita, il “cosa” si fa è di secondaria importanza, è il “come” che rende una attività, un laboratorio, un gioco, strumento di crescita (Pedagogia “del fare” verso Pedagogia dello “stare”).
Oltre alle attività, è attraverso i momenti di routines – pappa, nanna, cambio – che si concretizza la relazione educatrice-bambino e prosegue il percorso del bambino verso l’autonomia.
Il nostro intervento è finalizzato a fornire una continua protezione e rassicurazione al bambino, una “base sicura” (dipendenza offerta) da cui potrà allontanarsi e a cui potrà tornare in ogni momento, così da avviare il suo delicato, altalenante e personale percorso verso un’autonomia (conquistata).