Nel secondo anno di vita diventa importante fornire al bambino materiale che può soddisfare il suo urgente bisogno di esplorare a sempre più ampio ed autonomo raggio, il nuovo bisogno di imparare come gli oggetti “si comportano” in quello spazio.
L’abilità nell’usare le mani – fase di esperienza acquisita con l’uso del cestino dei tesori – deve essere ora integrata dalle opportunità della mobilità.
Questa nuova conquista permette al bambino di andarsi a cercare sempre nuovi oggetti con cui sperimentare.
Ora mentre egli si muove per prendere un oggetto il suo pensiero sarà “cosa posso fare con questo?”.
E’ precisamente questo che un bambino fa, spontaneamente, senza esservi indirizzato da adulti purchè possa accedere a materiali veramente “esplorabili” che stimolino la sua immaginazione ad inventare una qualche loro utilità.
Si propone così la nuova attività col nome di “gioco euristico”, un’attività che favorisce lo sviluppo di scoperte tridimensionali collegate a deduttiva razionalità.